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Smartphone e all you can eat, come racconta l’Italia il paniere ISTAT

L'Italia vista attraverso il paniere ISTAT, lo strumento che grazie al data mining e ad avanzate tecniche statistiche racconta anno dopo anno le abitudini di spesa degli Italiani.

Cos’è il paniere ISTAT?
Non di solo pane vive l’uomo, diceva qualcuno… e infatti il “carrello della spesa” che l’Istituto Nazionale di Statistica analizza ogni anno per rilevare le abitudini di consumo degli italiani è ripieno di beni che vanno ben al di là del cibo. Anzi: in un contesto in cui la statistica, la data science e il data mining rivestono un ruolo sempre più centrale, il Paniere ISTAT si erge come una chiave d’accesso per analizzare in profondità i mutamenti sociali attraverso l’obiettiva lente dei dati. Questo strumento, curato dall’Istituto Nazionale di Statistica, non si limita a scandagliare solo le abitudini alimentari, ma offre uno sguardo dettagliato su una vasta gamma di beni e servizi, riflettendo così in modo accurato le dinamiche di spesa della società italiana.

La storia del paniere
L’idea del paniere nasce nel 1928, due anni dopo la nascita dell’Istituto, ed è folgorante: un’analisi dettagliata delle abitudini di spesa, con ogni categoria ponderata in base alla sua rilevanza economica, cui vengono applicate avanzate tecnologie statistiche atte a garantire l’affidabilità dei risultati.
Il primo paniere è suddiviso in cinque capitoli di spesa, con 59 prodotti di tipo molto spesso alimentare: strutto, farina gialla, olio di ricino (che a quel tempo andava forte…) si affiancano a energia elettrica, gas e legna secca per riscaldare casa e cuocere i pasti. Oggi le divisioni sono 12 e i prodotti 1936, quasi 33 volte quelli del 1928: grazie ai suoi aggiornamenti (che a partire dal 1999 diventano annuali) c’è modo di monitorare una imponente mole di cambiamenti sociali attraverso l’adozione di nuovi prodotti o servizi e, viceversa, la caduta di altri nel dimenticatoio.

Dalle caramelle alle videocamere
Il profumo del boom economico, per esempio, ci arriva forte nel decennio 1954-1966 con l’introduzione di cabine balneari, formule di pensione completa, ferri da stiro e caramelle; cresce l’attenzione a estetica e salute nei primi ‘70 con rossetti, messe in piega e lavori di ortodonzia; e, infine, vengono definitivamente sdoganati tecnologia e telecomunicazioni con gli anni 2000, all’interno dei quali entrano ed escono velocemente prodotti quali la videocamera (1999), il CD (2000), l’ebook (2015) e lo smartphone (2016). Curiosi di scoprire tutti gli aggiornamenti? Un pratico e corposo excel vi aspetta qui.

L’approccio metodologico
Anche l’approccio metodologico si aggiorna contestualmente: per le rilevazioni del 2024, l’Istat comunica che “sono circa 33 milioni le quotazioni di prezzo (scanner data) provenienti ogni mese dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO), utilizzate nel 2024 per stimare l’inflazione; 385mila sono raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica (UCS); quasi 235mila dall’Istat direttamente o tramite fornitori di dati; più di 157mila le quotazioni provenienti dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo economico”. E, se il peso della raccolta dati tradizionale ammonta al 50,2%, cresce la parte derivante da attività di web scraping o da acquisizione da grandi fornitori di dati.

Italia 2024, la fotografia attuale
Le più recenti rilevazioni del Paniere ISTAT ci rivelano come le percentuali di spesa si distribuiscano tra abitazione (18,3%), alimentari (17,2%), trasporti (14,7%) e comunicazioni (2,2%). Entrano in gioco nuove voci come l’all you can eat, la lampadina smart, il pavimento laminato o i corsi di natura culturale, mentre escono categorie ormai obsolete come il regolabarba o proprio l’ebook reader cui avevamo dato il benvenuto quasi un decennio fa. Modifiche che rispecchiano la società in rapido cambiamento e la volatilità nei comportamenti di spesa.

Un indicatore cruciale
In conclusione, il paniere ISTAT emerge come un indicatore dinamico e cruciale per comprendere le dinamiche economiche italiane. La sua definizione, il metodo di calcolo accurato, l’evoluzione nel tempo e le più recenti rilevazioni dipingono un quadro completo e intrigante della nostra società, oltre a farci capire – ancora una volta – che i dati non sono solo numeri, ma servono sempre di più a ricavare informazioni dal passato, decodificare il presente e prevedere il futuro.

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